Browser Game Mania: Sniper Elite V2 - Recensione

Sniper Elite V2 - Recensione

Chi mi conosce sa perfettamente come la mia predilezione vada agli sparatutto lenti e tattici, piuttosto che a quelli veloci dove conta solo il valore frag per secondo. Non per nulla, i momenti migliori li ho passati nelle notti multiplayer di Rainbow Six 3 e Ghost Recon, imponendo il no-respawn come condizione necessaria. Era quindi con impazienza che aspettavo di cimentarmi con Sniper Elite V2, soprattutto dopo essermi divertito con il decoroso primo episodio e aver visto il buon Mirko "tmb" Marangon alle prese con il codice anteprima. A tal proposito, eviterò di raccontarvi cosa sia il gioco e quali siano le sue premesse, visto che il mio sagace collega lo ha già fatto qui. L'invito è quindi il solito: prima di proseguire oltre, date una lettura al nostro precedente articolo. Fatto? Bene... caricate i fucili e tarate l'ottica, ché si parte. ANDIAMO A BERLINO Praticamente tutte le missioni di Sniper Elite V2 si risolvono in azioni d'infiltrazione, il cui scopo principale è il raggiungimento dell'obiettivo con il minimo della rumorosità e - possibilmente - senza mai farsi scorgere dalle truppe nemiche. Dei tre livelli di difficoltà disponibili, l'unico da prendere davvero in considerazione è quello più alto, ovvero Sniper Elite, nel cui tessuto sono cucite le vere soddisfazioni che il titolo di Rebellion può regalare al giocatore paziente. È solo in questo caso che la balistica entra pienamente in gioco, senza aiuti di sorta e nella pienezza della sua esclusività. Il ruolo del cecchino non prevede errori, e la soddisfazione di abbattere un nemico a duecento metri di distanza con un colpo in mezzo agli occhi è sempre molto grande. Anche perché, come detto, lo sbaglio non è contemplato. Da questo punto di vista, Sniper Elite V2 è forse eccessivamente punitivo nei confronti del giocatore, visto che non appena qualcuno si accorge di noi (o, semplicemente, sente il rumore dei nostri spari) tutti i suoi compagni in quel settore della mappa ci puntano come se non ci fosse un domani, perfettamente consapevoli della nostra posizione, manco avessimo una sirena lampeggiante al posto del caschetto. A nulla serve impegnarsi in manovre di aggiramento o tentare di costruirsi un diversivo: nel caso si venga scoperti, l'unica soluzione per tornare a operare nell'ombra è l'eliminazione brutale di tutti i nemici nelle vicinanze.
Al di là di questo, che è forse l'unico macro-difetto evidente del gioco, Sniper Elite V2 è un signor titolo stealth. Le manovre di aggiramento dei nemici e di posizionamento in posizioni elevate (da dove, poi, "cecchinare" in tutta comodità) sono favorite da un level design tutt'altro che banale. Al giocatore vengono sempre offerte diverse possibilità di manovra e movimento, tanto che le fasi di esplorazione e di pianificazione sono più importanti di quella prettamente action. Tra l'altro, gli obiettivi da portare a termine sono sempre molto vari, sia che si tratti di piazzare una carica su un ponte per poi farlo saltare - con un proiettile ben assestato - al passaggio di un convoglio tedesco, piuttosto che di coprire la fuga di uno scienziato alleato attraverso un edificio di fronte a noi, sparando ai soldati nemici attraverso le finestre. UN UOMO SOLO, O SOLO UN UOMO? Come detto, affrontare il gioco a un livello di difficoltà diverso da quello denominato Sniper Elite sarebbe un errore grave, perché significherebbe perdersi una delle peculiarità del titolo Rebellion, ovvero la più che discreta resa della fisica balistica. Quello del cecchino è un mestiere difficile, soprattutto perché puntare il bersaglio e metterlo nel centro del mirino non sempre porta al risultato sperato. Per colpire con successo un obiettivo è necessario tenere conto della distanza, e quindi del fatto che il peso del proiettile delinea una traiettoria curva; inoltre, qualora il nemico sia in movimento, è d'obbligo calcolare anche il tempo che passa dal momento in cui premiamo il grilletto a quello in cui esso giunge a destinazione. Tutte queste cose vengono simulate decorosamente in Sniper Elite V2, tanto che prima di farci l'occhio e avere una certa idea di come funzioni il tutto servono almeno un paio di missioni buone; e anche dopo, non è sempre facile avere il sangue freddo e la pazienza per portare a segno un colpo perfetto dietro l'altro. A venire incontro alle nostre esigenze di calcolo intervengono talora le spettacolari Kill Cam: queste, una volta tanto, non rappresentano un semplice orpello estetico, ma permettono di capire quale sia stata l'esatta traiettoria del proiettile appena esploso, così da sapersi regolare durante l'eliminazione di altri soldati nemici in prossimità.
Sniper Elite V2 - ormai lo avrete capito - è davvero un bel gioco, su questo non ci piove. Tuttavia, per trarne la massima soddisfazione deve essere affrontato con molta pazienza, in particolare se si opta per il livello di difficoltà più alto. Ogni errore costa caro, e non è raro rifarsi per decine di volte una porzione di scenario solo per aver messo il piede per sbaglio su una mattonella rumorosa, piuttosto che a causa di un cecchino nemico particolarmente abile e rognoso da stanare. Ciascuna delle dieci missioni disponibili (più un prologo, che funge da tutorial) può portare via anche un'ora e mezza abbondante prima di essere terminata con successo; inoltre, in ciascuna mappa sono nascosti due tipi di collezionabili (lingotti d'oro da raccogliere e bottiglie di vino cui sparare) che metteranno a dura prova la pazienza anche dei completisti più indefessi. A infarcire l'offerta intervengono alcune Sfide extra-campagna e un comparto multiplayer sfizioso più di quello già ottimo del predecessore. Bene così.

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